domenica 22 aprile 2012

Consapevole di non aver mai scattato così tante foto alla Chiesa della Spina (la stessa di questo post, stavolta vista da fuori), ecco il frutto della mia passeggiata di oggi post guerra di secessione americana.







Lo dico: gotico tutta la vita e grandangolo mon amour! il 50mm iniziava a soffocarmi atri, ventricoli e tutto il resto.

mercoledì 18 aprile 2012

E' principalmente per ragioni di studio che mi sono recata all'Istituto culturale e di documentazione Lazzerini, la "nuova" biblioteca della città di Prato, inaugurata nel 2009.
Purtroppo le fotografie che ho scattato sono poche, il tempo per dedicarmi ad inquadrature e dettagli non è stato abbondante, ma spero che esse mostrino bene ciò che alla città di Pisa (e, ne sono sicura, anche a molte altre) è sempre mancato e manca tutt'ora: una biblioteca pubblica, generosa, aperta a tutti coloro che siano disposti a rispettarne gli spazi fruendone in libertà. Libertà di studiare, aggiornarsi, rilassarsi, apprendere lingue e culture straniere,  visualizzare/ascoltare/prendere in prestito film (sia in vhs che in dvd) e cd musicali. Tutto questo e molto di più.
Non so se si possa parlare di biblioterapia senza correre il rischio di passare per pazzi, ma quando varco la soglia della Biblioteca Lazzerini entro in una bolla di benessere. E non vorrei andare più via, a costo di nascondermi dagli operatori in fase di chiusura per passarci anche la notte.
Questa è la sensazione che credo dovrebbe generare in ciascuno di noi una biblioteca pubblica (e sottolineo, p u b b l i c a: non di conservazione, non accademica, non scolastica).




La nuova Lazzerini ha sede in quello che è un esempio di archeologia industriale: l'ex fabbrica ottocentesca Campolmi, la cui attività produttiva si è conclusa nel 1994. Qui potete vedere le immagini della fabbrica.
Ecco le foto che ho scattato dei nuovi ambienti, la cui visione vi consiglio di accompagnare con la lettura della guida agli spazi:

L'entrata (e l'uscita) da via Puccetti



La hall d'ingresso


Più di 100 box e due macchinette con cibi e bevande per gli utenti

La galleria espositiva



Sala generale


 Sala ragazzi e bambini


Sala fondi speciali

 Sala creatività

Sala fondi locali, sala conferenze
 
Altre due foto della hall: la prima inquadratura è fatta dal primo piano, la seconda è un particolare catturato in prossimità dell'entrata/uscita:



entrare e non voler più andare via, dicevo.

lunedì 16 aprile 2012

Non potevo non approfittare dell'apertura straordinaria della Chiesa di Santa Maria della Spina per battezzare l'obiettivo nuovo, nella speranza di imparare ad usarlo meglio di così.
Avrei voluto fotografare anche l'esterno ma cielo grigio tristissimo e passeggini ovunque mi hanno frenata.






martedì 10 aprile 2012

Go with your love to the fields.
Lie down in the shade. Rest your head
in her lap. Swear allegiance
to what is nighest your thoughts.
As soon as the generals and the politicos
can predict the motions of your mind,
lose it. Leave it as a sign
to mark the false trail, the way
you didn't go. Be like the fox
who makes more tracks than necessary,
some in the wrong direction.
Practice resurrection.




 























giovedì 5 aprile 2012


#reminescenze: quando avevo vent'anni e dicevo lo smalto rosso è da vecchia, non lo metterò mai.

foto marzolina all'insegna non dello smalto, non dell'esame che non ho partorito, non dell'orrido manuale di storia (che consiglio a tutti però, perché l'autore scrive che è un piacere) ma, ebbene sì, della luce sul manuale.
no, nonostante questo, nemmeno a marzo fiat lux.

lunedì 5 marzo 2012


Quando ero bambina mi ostinavo a dire nebbia con la e aperta, sarà che era una parola che sentivo pronunciare così poco da quanto poco spesso si presentasse in città. Mi è sempre piaciuta, la nebbia, forse perché da essa mi aspetto l'inaspettato, come quando ti regalano un piccolo pensiero che non avevi messo in conto. E' una di quelle cose che mi piace vedere quando attraverso i Lungarni, assieme ai riflessi sullo specchio del fiume.


mercoledì 22 febbraio 2012

25.







Venticinque è il numero che dovrò iniziare a farmi piacere molto presto, prima che sia troppo tardi, prima che sia passato e sia divenuto ventisei senza che io abbia avuto il tempo di viverlo fino in fondo e quindi un altro rimpianto sia riuscito ad aggiungersi alla lista sconfinata di quelli che ho già.
Fotosensibilità riflette la mia predisposizione ad essere impressionata dalla luce, a cui sono legata da un rapporto stile Odi et amo. Quando soffro di mal di testa (molto spesso, aggiungerei) non tollero l'esposizione a qualsiasi fonte di luce, debole o intensa che sia, tanto da dovermi chiudere in una stanza nella totale oscurità.
Al contempo, in corpore sano permettendo, amo guardare ogni cosa quando è illuminata.
La luce riverbera calore, e nonostante io detesti l'estate a causa delle elevate temperature, quando non ho la macchina fotografica con me (molto spesso, aggiungerei anche qui) archivio fotografie nel pensiero per ricordarmi di quanto siano più belle cose case persone se avvolte dall'aria dorata.
In ultimo, ma non per questo meno importanti, ci sono quelle cose case persone che, anche se non illuminate per bene da fonti esterne, mi piace fotografare perché sanno scaldarmi dentro attraverso accortezze parole sostegno fiducia dandomi così quella forza che (poco spesso, stavolta) riesco ad esternare sotto forma di luce personale. E' grazie a loro se, ogni tanto, riesco a far perno su me stessa ed è grazie a te se, ogni tanto, mi vedo bella così. 




L'incipit del fotodiario è fatto, convinciamoci che il meglio debba ancora venire.
Per quanto riguarda l'header, invece, il mio regno per il prestito di una tavoletta grafica.

Intendo conservare l'account su facebook principalmente per l'utilità che esso ha nel tenerci in contatto, ma le fotografie che scatterò d'ora in poi saranno visualizzabili qui e altrove. Chi è interessato ad avere i file originali, non si periti a chiedermeli e, tempo al tempo, li riceverà via Dropbox.
Benvenuti e buona lettura :)